domenica 23 novembre 2008

LETTERA INEDITA DA LISBONA

sender: K.A. Buchholz
country: USA


Lisbona, 15 luglio 1895

Caro Prof. Cesare Abba,
ho ritirato ieri la tua lettera all’ufficio postale e ti rispondo in nome della nostra antica amicizia, perché sei uno degli uomini che ho sempre molto ammirato.Mi chiedi cosa voglio fare della mia casa del Ghetto a Cairo. Come ho detto ai miei più grandi amici, ho tagliato i ponti con Cairo e non ci metterò piede. Mai più. Questo anche in nome del mio grande amico buonanima Leone Sattamino, meu grande amigo pedreiro, che mi aveva accompagnato molte volte da Cairo a Lisbona.
Ho lasciato tutti i miei beni, in quattro e quattro otto, anche depositi nelle banche, all’Asilo di Cairo che porta il mio nome. Adolfo Sanguinetti si interesserà di tutto. Sono stanco degli intrighi e della maldicenza che mi circondava.
Sono molti mesi che mancavo da Cairo, anche prima del processo di Genova, ora sono qui in Portogallo da cinque o sei mesi e mi sembra di essere tornato indietro di trent’anni, per il parlare quasi uguale al Brasile, che sento qui tutto il giorno. Mi ha lasciato un grande ricordo, uma grande memória eu coloquei no no sótão nella casa. Anche nel porto c’è gran movimento e commercio che va bene.
A Lisbona sono tutti gran signori eleganti e le donne sono tutte belle dame educate e fini. Sono fortunato perché con me c’è una giovane cilena di famiglia italiana che spero mi farà compagnia per gli anni che mi restano. Si chiama Carlotta Larghero e suo padre era partito da Dego per andare a Santiago del Cile. La madre è una Resio di Bormida, che si sono sposati in Cile. La giovane era venuta a Cairo dieci anni fa, una storia lunga. Adesso sono un padre per lei e come un fratello, anche se ci vogliamo bene come uomo e donna.
Con i miei risparmi che ho qui a Lisbona e con il commercio che faccio con l’America posso vivere bene. Um bom pacote de ouro. Ce n’è anche per la donna che sta con me e che mi aiuta con a sua istruzione. Ti dico tutto i miei affari perché sei sempre stato un bravo amico e mi fido di te.

Cesare, ti parlo come a un fratello, irmao pedreiro e ti domando di farmi il grosso piacere, di non dire a nessuno di questa mia lettera.
So che mi cercano, ma non ho debiti con nessuno. Basta così, dimenticatevi di me.
Solo il mio Asilo di Cairo che porta il nome di Baccino Luigi fu Cirillo mi ricorderà anche in seguito. Devo ancora dirti che spero per tuo nipote Tasca che trovi casa e se chiedete a Queirolo a Genova potete aggiustare la faccenda.
Ti saluto tanto e anche i tuoi figli e la tua brava moglie.

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meu grande amigo pedreiro = mio grande amico massone
uma grande memória = un grande ricordo
eu coloquei no no sótão = ho messo in soffitta (nella casa)
um bom pacote de ouro = un buon pacchetto di oro
irmao pedreiro = fratello muratore
.


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Lettera cifrata di Luigi Baccino

Sono contenuti i seguenti dodici numeri: 6.1.4.E.4.8.5.6.30.10.6.
Considerando A=2 e coì crescendo di uno fino alla fine dell'alfabeto, si ricavano le seguenti dodici lettere: E.I.C.E.C.G.D.E.B.O.I.E.
da cui, in parole esplicative, leggiamo:
EST INGRESSO CERCA GRADINO DESTRA ENTRATA BORSA ORO INCASSA EREDITA'.
ovvero: Entrando dalla porta che si trova ad est della casa del Ghetto, cercare il gradino a destra dell'entrata (della soffitta). Sotto quel gradino ci sarà una borsa d'oro da incassare completamente come eredeità (di Sattamino).

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